martedì 6 maggio 2014

Tecniche d'assedio ed arte iconografica. Parte 5


Interessantissima miniatura raffigurante l'assedio di Brest del 1386, ad opera delle truppe francesi.
Anche in questa circostanza, appare evidente un largo impiego di bocche da fuoco a polvere nera, montate sopra supporti ruotati. I calibri più grandi, (qui non rappresentati), probabilmente venivano ancora adagiati sul terreno, a causa dell'impossibilità di sostenerne l'immenso peso ed il rinculo durante lo sparo. Un artigliere, raffigurato sul margine sinistro dell'immagine, sta alimentando un braciere servendosi di un mantice. La brace probabilmente serviva ad incendiare la punta di un bastoncino, che il mastro artigliere avrebbe poi avvicinato al "focone" della bombarda (un foro situato posteriormente sulla culatta). Attraverso l'orifizio del focone si accedeva direttamente alla camera di scoppio, incendiando così la polvere da sparo.
Il fossato appare insolitamente coperto di pannelli in legno, ma sotto di essi spuntano fascine di sterpaglie e barili vuoti. I genieri dell'esercito assediante hanno quindi condotto una paziente opera di riempimento, colmando la profondità del dislivello con fascine di legna secca e barili galleggianti legati gli uni agli altri, in modo da creare una superficie stabile. Solo successivamente avrebbero gettato le assi di legno, in modo da creare un pontile adatto all'attraversamento di un gran numero di uomini e macchine d'assedio.
Secondo la rappresentazione fornita dall'autore, una volta riempito il fossato i soldati sembrano lanciarsi all'assalto delle mura per mezzo di scale a pioli, ma appare evidente dal numero di vittime raffigurate sul terreno che i difensori riescono ad infliggere pesanti perdite agli attaccanti. Verrettoni, frecce e pietre vengono scagliati giù dai ballatoi ed i malcapitati che si trovano sulla loro traiettoria precipitano al suolo. Un soldato, sulla destra dell'immagine, coraggiosamente prosegue la scalata ponendo lo scudo sopra la testa, mentre sullo sfondo alcuni arcieri francesi tentano di contrastare il tiro dei difensori.
Interessante notare la raffigurazione del ponte levatoio in procinto di essere sollevato da un ingegnoso sistema di leve, costituito da catene e travi di legno. All'altezza di due feritoie, poste alle rispettive basi delle torri circolari, si notano un paio di sbuffi infuocati; ciò mi porta a credere che si tratti della rappresentazione di armi da fuoco portatili. Gli schioppi medievali non avevano niente a che fare con i moderni fucili, a causa della loro scarsa precisione ed affidabilità, ma il loro impiego durante gli assedi è ben documentato fin dalla prima metà del secolo XIV. Si trattava di armi estremamente primitive, ottenute spesso da rudimentali fusioni in ghisa o bronzo. La canna veniva poi montata sopra un affusto in legno, che l'artigliere avrebbe dovuto appoggiare sopra la spalla nella stessa posizione in cui, oggi, si brandeggiano i moderni bazooka. L'innesco dello sparo risultava poi alquanto pittoresco: tenendo in posizione l'arma con un solo braccio, si doveva impiegare l'altra mano per avvicinare una miccia incandescente al focone, posto all'estremità posteriore dell'arma...  Maneggiare uno schioppo risultava estremamente pericoloso, poiché la canna poteva fessurarsi durante lo sparo ed investire lo stesso artigliere con il lampo della detonazione. Un'esplosione del genere poteva uccidere il malcapitato, oppure ferirlo gravemente, dunque per questo motivo l'impiego di armi da fuoco portatili rimase per lungo tempo assai limitato.
Per quanto concerne l'abbigliamento, sembra che l'autore abbia raffigurato armi ed armature appartenenti ad un periodo leggermente successivo all'epoca narrata. Ad esempio, l'armatura completa dell'uomo d'arme che tenta la scalata delle mura al centro dell'immagine, presenta una foggia in uso solo a partire dalla prima metà del secolo XV. Inoltre, sia assediati che assedianti indossano elmi di forma svasata, alcuni dotati anche di visiera mobile. Questa tipologia di elmo (identificato in lingua inglese con il nome di "Sallet" o "Kettle helmet") benché già presente nel secolo XIV, si diffuse in modo particolare tra gli eserciti europei solo nel secolo XV.
Per quanto riguarda poi il resto dell'abbigliamento, sono largamente rappresentati i "brigantini" in cuoio bollito, rivestiti di tessuto colorato. Alcuni soldati indossano una calzabraga bicolore, mentre l'armigero sdraiato al suolo (vicino alla bombarda) porta dei gambali in tessuto direttamente allacciati alle braghe. 




Nessun commento:

Posta un commento