giovedì 29 maggio 2014

Tecniche d'assedio ed arte iconografica. Parte 7



Interessante icona dell'assedio di Reims del 1359. In primo piano notiamo l'insolita configurazione delle due bocche da fuoco, affiancate sopra lo stesso affusto; gli artiglieri  avevano assicurato le artiglierie direttamente ad un tavolaccio dotato di ruote, che potevano basculare per regolare l'angolazione del tiro. Sul terreno sono presenti numerosi proiettili in pietra e si possono notare anche alcuni "barilotti" (simili a boccali di birra dotati di manico) che costituivano la parte finale dell'arma. Il barilotto veniva riempito di polvere nera e posto all'interno della culatta della bombarda, nel punto in cui era situato il focone. La quantità di polvere necessaria allo sparo veniva dosata empiricamente dal mastro artigliere, il quale si basava semplicemente sulla propria esperienza personale.
La città di Reims viene rappresentata con alte torri cilindriche (la forma tonda essendo più sfuggente offre una minore superficie d'impatto ai proiettili delle artiglierie, deviandoli e riducendone l'efficacia). Curiosa la forma delle tende che compongono l'accampamento inglese, costituito da padiglioni conici tenuti in piedi da corde e tiranti picchettati al suolo. Elegante la struttura della porta fortificata e sullo sfondo, oltre le mura, svettano le due torri candide della cattedrale di Reims. Il celebre edificio di culto era visibile a grande distanza, grazie al riverbero della luce solare che ne illuminava le bianche pareti di pietra e marmo. Al suo interno sono stati incoronati tutti i re di Francia a partire dalla dinastia capetingia (Ugo Capeto fu il primo nel 987) ed è oggi considerata un esempio di arte gotica portato al massimo livello espressivo. La sua costruzione iniziò nel 1211 e terminò nel 1475, ma all'epoca in cui venne realizzata questa immagine miniata evidentemente la cattedrale aveva già raggiunto la forma definitiva con le due torri campanarie.
Nell'immagine riconosciamo anche il re d'Inghilterra Edoardo III circondato dai suoi luogotenenti; ad un primo sguardo appare chiaro che, benché gli eventi narrati siano correlati alla prima metà del secolo XIV, le armature complete raffigurate dall'artista appartengono allo stile del XV secolo. Anche in questo caso si tratta di armature in metallo scuro, probabilmente brunito, mentre gli elmi sono bacinetti con visiera mobile, entrati in uso solo nella seconda decade del '400. Le armature da campagna erano spesso più "grezze" e meno rifinite nei dettagli rispetto alle splendenti armature cerimoniali o da giostra. Benché ciò non costituisca una costante, è evidente che l'uso al quale venivano sottoposte richiedeva maggiore attenzione alla praticità, piuttosto che all'estetica. Sopra l'armatura gli uomini d'arme (Man at Arms) indossano dei "surcotti" o "cotte d'arme", vesti prive di maniche usate per il riconoscimento sul campo di battaglia. I surcotti, come già detto in precedenti articoli, venivano decorati con ricami raffiguranti l'araldica familiare o il casato del signore sotto il quale si prestava servizio. Edoardo III viene rappresentato con indosso un surcotto recante l'araldica della famiglia reale inglese: inquartato di rosso e di blu con i fiordalisi della corona di Francia ed i pardi (leone araldico) della corona d'Inghilterra. In fine, si nota come la maggior parte dei soldati usi armi inastate tipiche delle fanterie da mischia dei secolo XIV e XV: Il soldato alla destra di Edoardo III  imbraccia un falcione, mentre quello alla sua sinistra stringe in mano una pole-axe (testa d'ascia inastata). L'armigero alla destra della bocca da fuoco invece imbraccia un'arma simile ad uno spiedo o un falcione di dimensioni ridotte.

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