martedì 24 febbraio 2015

LA CORSA ALLO SPAZIO-- EPISODIO 2

NORTH AMERICAN X-15


Il North American X-15 costituì una pietra miliare nella storia del volo sperimentale. I record di velocità e quota di questo velivolo X rimasero imbattuti per molti decenni, fino al 2004. Il primo test di volo, senza accensione del razzo propulsore , fu condotto dal pilota Scott Crossfield, il 8 Giugno del 1959. Quello stesso anno, in Settembre, Crossfield eseguì anche il primo volo con propulsione. Nel 1967, ai comandi del pilota collaudatore William Knight, l'X-15 raggiunse la ragguardevole velocità di Mach 6.70, equivalente a 7274 Km/h. Ma questo non fu l'unico record raggiunto. Il pilota Joseph Walker,  portò il velivolo oltre la quota di 100 km, per ben due volte, tra il mese di Luglio e l'Agosto del 1963. Benché non abbia mai conseguito i livelli di altitudine delle capsule suborbitali Mercury, per le sue incredibili prestazioni l'X-15 è oggi ufficialmente riconosciuto come primo velivolo spaziale (suborbitale) della storia. Per 13 volte superò la soglia degli 80 Km d'altitudine, considerata negli anni '60 il limite oltre il quale il comportamento aerodinamico dei velivoli assume le caratteristiche del volo suborbitale. Il volo 91 fu quello che raggiunse il record maggiore, con 107 km di altitudine. Il pilota collaudatore Michael Adams perse la vita proprio durante uno di questi voli spaziali, (il n°191), quando il suo X-15, in assenza di gravità, iniziò a sbandare lateralmente rientrando nella stratosfera con un avvitamento ipersonico. Adams riuscì comunque a controllare il rollio del velivolo, ma non l'imbardata, che sottopose la cellula dell'X-15 ad una incredibile sollecitazione, mandandolo in frantumi. Adams venne ritrovato privo di vita, ancora agganciato al suo seggiolino.

North American X-15 lanciato a tutta velocità.
Per portare in volo l'X-15 i progettisti ricorsero al medesimo sistema di lancio del Bell X-1, ma poiché il bombardiere B-29 era ormai stato superato da altri velivoli, venne scelto come piattaforma di lancio il mastodontico Boeing B-52.  Una volta separatosi dall'aereo madre, l'X-15 veniva spinto da un motore a razzo Thiokol XLR-99 RM2 a propellente liquido, con una spinta di 313 KN a 30 km di quota ed un'autonomia di 450 km. L'X-15 sarebbe poi atterrato servendosi di un carrello triciclico, munito di pattini posteriori e doppia ruota anteriore.
Un velivolo X-15 che si è appena separato dal vettore Boeing B-52. Si nota l'accensione del motore a razzo XLR-99
L'X-15 venne costruito in soli tre esemplari, secondo le specifiche dettate dal NACA (National Advisory Committee for Aeronautics) e dall'USAF, per la sperimentazione del volo suborbitale. I prototipi realizzati portarono a compimento un totale di 199 missioni, tra il 1959 ed il 1968 ed il team di piloti era costituito da 12 collaudatori, scelti tra i migliori disponibili della U.S. Navy, della U.S. Air Force e del NACA. Curioso notare che tra loro spiccano i celebri nomi di Neil Armstrong (futuro astronauta della missione Apollo 11 e primo uomo a mettere piede sulla Luna) e Joseph Engle (Divenuto poi pilota dello Space Shuttle). Appare dunque sempre più evidente quale sia la correlazione che lega la sperimentazione degli aerei X al Progetto Spaziale Americano. Molti dei piloti collaudatori che volarono presso la base sperimentale Edwards, come ad esempio Virgil Grissom e Glenn Cooper, avrebbero successivamente preso parte ai progetti Mercury, Gemini ed Apollo. Alcuni fra loro avevano sperimentato per primi il volo in assenza di gravità e quelli che avevano superato il limite degli 80 km di quota erano stati insigniti del titolo di cosmonauti. A pochi anni di distanza da quegli storici eventi la sperimentazione dei velivoli suborbitali sarebbe entrata in un più alto livello di studio, già iniziato dal presidente D.D. Eisenhower, nel 1959, con l'atto ufficiale di trasformazione del NACA nel nuovo ente aerospaziale nazionale americano, NASA (National Aeronautics and Space Administration) . In un contesto di fermento tecnologico e politico, che vedeva il blocco dell'Unione Sovietica contrapposto agli USA nella corsa allo spazio, la NASA iniziò fin dal principio ad ideare vettori capaci di trasportare l'uomo nello spazio, facendo tesoro delle esperienze e delle tecnologie sviluppate durante i voli X. Terminata l'esperienza dell'X-15, si pensò di produrne una seconda versione, l'X-15/B, le cui modifiche prevedevano, per l'entrata in orbita, la spinta propulsiva di un razzo SM-65 Mohave. Il progetto venne però abbandonato, quando la NASA iniziò la pianificazione delle missioni Mercury...

Il velivolo sperimentale X-15 agganciato sotto l'ala dell'aereo madre Boeing B-52. Nella foto si nota il colore più scuro del cielo ai limiti della stratosfera.
L'abitacolo del velivolo X-15

Il pilota Neil Armstrong in posa fotografica davanti al suo North American X-15. Si nota immediataente la tuta pressurizzata, color argento, in uso presso il reparto di volo sperimentale, molto simile a quella impiegata dai cosmonauti delle successive missioni Mercury








martedì 17 febbraio 2015

LA CORSA ALLO SPAZIO -- Episodio 1

BELL X-1
Primo aereo supersonico


Non si può raccontare l'avvincente storia della corsa allo spazio, senza partire da "dove tutto ebbe inizio".
Il Bell X-1, anche noto come Bell XS-1, fu il primo aereo sperimentale prodotto dagli Stati Uniti d'America per la ricerca nel campo dell'alta velocità. Fu progettato dalla Bell Aircraft Company, che ne produsse soltanto sei esemplari, tra il 1946 ed il 1958. Non era un aereo adatto alla produzione in serie, in quanto sarebbe stato destinato esclusivamente allo studio delle velocità transoniche, comprese tra Mach 0.75 e Mach 1.2. Le specifiche di questo velivolo erano state indicate direttamente dal N.A.C.A. (l'ente governativo americano che, fin dal tempo della Prima Guerra Mondiale, si occupava dello sviluppo dell'aviazione). La produzione dell'X-1 fu invece finanziata dall'U.S.A.F. (United States Air Force), nell'ambito di un progetto di sviluppo ad alta segretezza. Oggi viene considerato il capostipite di una lunga serie di velivoli sperimentali X e fu il primo, il 14 Ottobre 1947, a superare la barriera del suono, ai comandi del celebre pilota Charles "Chuck" Yeager. Il Bell X-1 era un velivolo estremamente essenziale, con una strumentazione di bordo in tutto simile a quella di un aereo convenzionale degli ani '40. Era alimentato da un motore a razzo sperimentale XLR-11, prodotto dalla Reaction Motors  Inc., capace di una spinta di 6.700 N. Possedeva un'apertura alare di 8,53 mt, un'altezza di 3,3 mt ed un peso di 5.912 Kg. Per poter compiere il proprio volo l'X-1 necessitava di un "aereo madre", cioè un vettore che lo conducesse in alta quota. Per questo ruolo era stato scelto il bombardiere Boeing B-29, l'unico velivolo plurimotore disponibile all'epoca, capace di sollevare da terra un simile carico. La capacità della sua stiva bombe era infatti il motivo per il quale era stato anche scelto, nel 1945, per sganciare le pesanti bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Con una simile configurazione, (il Bell X-1 praticamente giaceva sospeso ed annegato nella fusoliera del B-29), il pilota avrebbe potuto calarsi nell'abitacolo soltanto in un secondo momento, dopo il decollo, scivolando attraverso la stiva bombe del B-29 ed accedendo ad un portello laterale che si apriva sulla fiancata del X-1. 
Il Bell X-1 viene caricato sotto il ventre di un bombardiere Boeing B-29
I test di volo vennero condotti presso la sperduta base aerea di Muroc, situata in California, ai margini di un lago estinto. Oggi è conosciuta con il nome di Base Edwards ed è ancora usata per i collaudi della NASA, o come pista di atterraggio per gli Space Shuttle.
Una volta raggiunta la quota di 25.000 piedi, il Bell X-1 veniva sganciato dall'aereo madre esattamente come una bomba ed il pilota collaudatore, distanziatosi in caduta libera dal B-29, azionava il motore a razzo, mantenendo una traiettoria rettilinea orizzontale con una minima inclinazione negativa. Proprio in questo modo, il 14 Ottobre 1947, il Bell X-1 conseguì il primo volo (ed il primo Bang) supersonico della storia, superando la temuta velocità di Mach 1.0. Quando il velivolo si avvicinava a questo valore, i piloti riferivano strane anomalie ed incontrollabili vibrazioni ai comandi, spesso perdendo il controllo dei loro apparecchi. In molti avevano già perso la vita e nessuno, ancora, conosceva con certezza quali fossero gli effetti aerodinamici che intervenivano sui comandi, una volta raggiunta la barriera del suono. Alcuni ritenevano addirittura che fosse fisicamente impossibile riuscire ad abbatterla. Possiamo dunque solo immaginare quale fosse lo stato d'animo di Charles Yeager, mentre chiuso nell'angusto abitacolo e seduto sulla punta di un razzo acceso, tentava di mantenere l'assetto del velivolo, combattendo contro il dolore delle fratture. Quando la fusoliera del Bell-X1 superò la velocità critica, le onde sonore compresse produssero un tuono udibile a molte miglia di distanza ed allora fu chiaro che il muro era stato infranto... Fu certamente un'esperienza da brivido per il giovane Yeager e proprio riguardo a questo episodio spenderemo alcune parole. Il pomeriggio precedente lo storico volo Yeager cadde da cavallo, fratturandosi alcune coste. L'infortunio era grave e con le costole fratturate non sarebbe mai riuscito a chiudere il portello laterale del X-1. Poiché il volo era stato programmato per l'indomani e non voleva rinunciare al tentativo, Yeager salì a bordo del Bell X-1 fasciandosi stretto il torace e nascondendo nella tuta di volo un manico di scopa tagliato. Servendosi poi del pezzo di legno, riuscì a chiudere il portello laterale e con grande freddezza condusse il Bell X-1 oltre la barriera del suono, raggiungendo Mach 1.45. Charles Yeager era un collaudatore di grande coraggio, la cui carriera era iniziata come pilota di P-38 Air Cobra e P-51 Mustang durante la Seconda Guerra Mondiale. Dedicò il suo Bell X-1 alla moglie Glenniss, battezzandolo Glamorous Glennis. Il velivolo è ancora oggi custodito presso il National Air and Space Museum, della Smithsonian Institution, a Washington. Quello del primo Bang supersonico non fu l'unico record di Charles Yeager. Pochi anni dopo, durante un'avaria avvenuta mentre portava ai limiti della stratosfera un prototipo sperimentale della Lockeed, (il futuro F-104), fu costretto a lanciarsi ad altissima quota, ottenendo in un solo istante sia il record di altitudine (non confermato), sia il record di quota d'eiezione da un velivolo con tuta pressurrizzata... Ancora oggi è considerato uno dei piloti collaudatori più longevi del mondo e partecipò a numerosi progetti sperimentali, tra cui anche il pilotaggio di alcuni Lifting Body della Nasa (l'M2-F1) ed altri velivoli della serie X. Rifiutò comunque di aderire, a differenza di altri suoi colleghi, al neonato progetto spaziale americano. Combatté in Corea volando sugli F-86 Sabre ed anche in Viet-Nam, pilotando un F-4 Phantom. Ha concluso la carriera militare a 72 anni, pilotando per l'ultima volta un caccia F-15-D Eagle il 14 Ottobre 1997, celebrando così il cinquantenario del suo storico volo supersonico. Tra le esperienze più note di Yeager si contano il collaudo dell'aereo spia Sr-71 Balck Bird e dell' U-2. Gli ultimi progetti ai quali partecipò attivamente riguardavano lo sviluppo dell'F117 Stealth e del bombardiere tuttala a lungo raggio Northrop B-2. Si congedò con il grado di Brigadiere Generale.
Charles Yeager fotografato ai comandi del Bell X-1. Si notano il portello laterale d'accesso e la scritta Glamorous Glennis dipinta sul muso delvelivolo
Per quanto concerne il Bell X-1, la sua carriera si concluse nel 1958, lasciando il posto ad altri aerei X con prestazioni più elevate. Il Bell X-1 di terza generazione raggiunse addirittura Mach 3.0. Ormai la strada per il volo supersonico era stata tracciata ed una nuova epoca di record stava per iniziare, all'alba di quel triste periodo storico che oggi conosciamo come Guerra Fredda. Le tecnologie aerodinamiche e propulsive sperimentate sul Bell X-1 avrebbero ispirato i progettisti aeronautici, dando vita alla futura generazione di caccia a reazione, come ad esempio l'F-86 Sabre, il Fury e molti altri. Grazie ai progettisti che realizzarono l'impresa ed ai successivi sviluppi che ne derivarono, erano state gettate anche le basi per il progetto spaziale americano. Si poteva volare più veloce, più in alto e più lontano di quanto l'uomo avesse mai fatto in precedenza, ma il genere umano era ancora confinato alla stratosfera... Occorreva dunque sviluppare una tecnologia in grado di abbattere anche quella frontiera, con il fine ultimo di garantirsi la superiorità nell'unico luogo ancora inesplorato. Lo spazio...

L'abitacolo del Bell X-1
Rara perla cinematografica è il film : UOMINI VERI, (In originale THE RIGHT STUFF), che tratta in modo esaustivo e coinvolgente il progetto spaziale americano, partendo dal Bell X-1 ed arrivando ai primi cosmonauti del progetto Mercury. Una curiosità: nel film il vero Charles Yeager interpreta il vecchio Pancho, l'uomo che serve la bistecca all'attore che interpreta Yeager, nella locanda della base di Muroc.