mercoledì 11 dicembre 2013

Ansaldo S.V.A.

 
Il museo storico dell'Aeronautica Militare Italiana è situato in località Vigna di Valle, sulla riva del Lago di Bracciano, (RM). La magnifica esposizione museale comprende ben 60 velivoli che hanno fatto la storia della nostra aeronautica e durante una mia recente visita ho potuto riconoscere il famoso S.V.A., l'aereo che Gabriele D'Annunzio impiegò per compiere lo storico "volo su Vienna" nel 1918. Il velivolo qui proposto è uno degli 11 che parteciparono alla storica azione, mentre quello di D'Annunzio è oggi conservato al Vittoriano.
Il nome del velivolo S.V.A. è un acronimo delle iniziali costituenti i nomi dei due progettisti e dell'azienda che lo realizzò a partire dal 1916 (S.V.A.= Savoia - Verduzio - Ansaldo). Sembra però che al progetto abbia partecipato anche quel Celestino Rosatelli, al tempo molto giovane, che in seguito avrebbe progettato i celebri FIAT CR 32 e CR 42. Infatti l'ala dello S.V.A. presenta i montanti delle doppie ali a forma di W (controtravettatura a trave di Warren), tipici dello stile che distinguerà i successivi velivoli di Rosatelli.

Lo S.V.A. montava un motore con banchi di cilindri in linea SPA da 220 CV. Una potenza che oggi forse farebbe sorridere, ma che all'epoca consentiva a questo velivolo di superare di ben 40 km/h la velocità massima di qualsiasi altro aereo impiegato dal Regio Esercito (principalmente SPAD VII ed Hanriot D1) ed anche di quelli impiegati dal  nemico austriaco (Albatros D-III ed Aviatik D-I). Lo S.V.A. volava infatti ad una velocità di 220 km/h,  ma sfortunatamente soffriva di scarsa maneggevolezza e ciò fu in fine un fattore determinante per far si che i vertici militari lo relegassero al ruolo di  ricognizione aerea  e bombardamento leggero.


Lo S.V.A. fu costruito in varie versioni, migliorate durante il corso della guerra. Uno S.V.A. 5 venne impiegato da D'Annunzio per compiere la temeraria missione passata alla storia come "Il volo su Vienna". L'autonomia di questo velivolo consentiva profonde penetrazioni in territorio nemico ed era dotato di due mitragliatrici fisse anteriori e capacità di carico per due bombe da 25 kg. Le varie versioni prodotte furono potenziate per i ruoli di ricognizione e di caccia scorta ai vulnerabili bombardieri Caproni.
Il 9 Agosto 1918, quasi al termine della Prima Guerra Mondiale, 11 velivoli S.V.A. dell'87° Squadriglia Aeroplani, (detta "la Serenissima"), comandati dal Maggiore Gabriele d'Annunzio (comandante della squadriglia San Marco) , lanciarono 350.000 volantini sopra le teste dei viennesi sbigottiti. L'operazione richiese grande coraggio, viste le difficoltà tecniche che i piloti avrebbero incontrato penetrando così in profondità in territorio nemico e con velivoli privi dei più semplici strumenti di navigazione. L'operazione richiese quasi un anno di preparazione, anche in ragione delle difficoltà nel trovare un velivolo con stabilità ed autonomia sufficiente per una simile trasvolata alpina. Ciò nonostante, la missione ebbe successo e fu di sicuro impatto psicologico, tanto per gli austriaci che per gli italiani. Riporto quindi di seguito il testo originale del messaggio inviato dall'Italia al popolo austriaco:
VIENNESI!
Imparate a conoscere gli italiani.
Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà.
Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne.
Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d'odio e d'illusioni.

VIENNESI!
Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l'uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s'è volto contro di voi.
Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell'
Ucraina: si muore aspettandola.
POPOLO DI VIENNA, pensa ai tuoi casi. Svegliati!
VIVA LA LIBERTÀ!
VIVA L'ITALIA!
VIVA L'INTESA!
Nella foto sopra riportata, lo storico lancio dei volantini su Vienna immortalato da uno degli S.V.A. L'azione fu svolta ad una quota di circa 800 metri

Foto d'epoca di uno dei primi esemplari di S.V.A.
 

domenica 8 dicembre 2013

SCACCHIERA ISPIRATA A MONTEAPERTI

Quando mi è venuta l'idea di realizzare una scacchiera d'ispirazione medievale ho iniziato a frugare tra i miei testi di medievalistica, alla ricerca di un episodio della storia toscana ben documentato. La mia scelta cadde in fine sulla celebre battaglia di Monteaperti, che vide contrapporsi la ghibellina Siena contro la guelfa Firenze, addì 4 settembre del 1260 d.C.
La battaglia si svolse nei pressi dei pendii boscosi di Monteaperti ed ancora oggi la vittoria dei senesi riecheggia nella memoria storica della città. Il comune di Siena festeggia infatti l'evento con una fiaccolata che, partendo dalla località chiamata Acqua Borra, procede lungo il torrente Malena (affluente dell'Arbia) per giungere in fine alla piramide che sorge alla sommità del colle di Monteaperti. Le fasi della battaglia sono ormai note: l'Oste senese assalì l'esercito fiorentino che, dopo aver abbandonato l'assedio di Siena, si stava ritirando oltre le colline. La fortunata e temeraria azione provocò ai fiorentini gravissime perdite e la schiacciante vittoria ghibellina portò ad un passo dalla distruzione definitiva di Firenze. Secondo la tradizione, infatti, solo il provvidenziale intervento di Farinata degli Uberti permise di far desistere i vincitori dal proposito di cancellare la città rivale dalla faccia della terra.
All'epoca della realizzazione di questa scacchiera disponevo di materiale iconografico sufficiente per ricreare quattro cavalieri che realmente parteciparono alla battaglia e decisi di usare i pezzi in piombo della Mirliton. Per quanto concerne i cavalieri, scelsi Iacopo dei Pazzi e Bernardino degli Obriachi per l'Oste fiorentina, mentre per Siena rappresentai il Capitano del Popolo Aldobrandino Aldobrandeschi ed il comandante dei cavalieri tedeschi mercenari, Gualtieri d'Astingbergh.
Ecco quindi il risultato finale...