mercoledì 28 gennaio 2015

Tecniche d'assedio ed arte iconografica. Parte 12


Ancora una volta l'iconografia ci consente di gettare uno sguardo sul passato.
L'immagine raffigura una torre d'assedio addossata alle fortificazioni di una rocca da espugnare. La torre mobile veniva impiegata in guerra fin dall'antichità classica e rappresenta una delle prime macchine d'assedio concepite dall'uomo. Si tratta di un congegno generalmente costruito in legno, dotato di ruote per consentire l'avvicinamento alle mura nemiche. La torre era generalmente dotata di merlature, feritoie e portelli mobili, esattamente come le vere torri di pietra. All'interno, un sistema di scale o ponteggi consentiva ai soldati di raggiungerne la sommità. Gli attaccanti che si trovavano all'interno sarebbero rimasti al sicuro, protetti dal tiro di frecce che certamente i difensori gli avrebbero riversato contro durante la marcia di avvicinamento. Le pareti esterne della torre venivano spesso rivestite di pelli bagnate, in modo da impedirne l'incendio causato da eventuali attacchi con frecce incendiarie o fuoco greco. Dall'alto delle merlature arcieri e balestrieri potevano efficacemente contrastare il tiro dei difensori ed una volta accostata la torre alle mura, gli attaccanti potevano gettare un pontile oltre le fortificazioni nemiche, rendendo così possibile un assalto diretto. Ovviamente tutto questo non sarebbe avvenuto in modo indolore... Molti sono stati i casi di insuccesso, spesso causati da incidenti fortuiti che hanno portato al crollo o all'incendio di tali macchine d'assedio. Il loro aspetto massiccio e mastodontico doveva esercitare certamente un effetto demoralizzante su coloro che si trovavano tra gli assediati; ciò nonostante molte erano le tecniche con cui si poteva rendere inefficace una torre d'assedio, come ad esempio il fuoco greco, il lancio di proietti incendiari, massi scagliati con catapulte, o il più efficace tiro di palle in pietra servendosi di bombarde.

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