Il 4 Marzo 1152 viene eletto re dei tedeschi Federico I Hohenstaufen, detto il "Barbarossa".
Sarebbe impossibile racchiudere in poche righe la biografia di un uomo che rappresentò una delle figure di spicco del secolo XII. Fu al tempo stesso testimone, attore e fautore di molti avvenimenti epocali, che segnarono in modo indelebile la storia del cristianesimo e della penisola italiana. Ci limiteremo quindi a descriverne l'ascesa al trono ed alcuni tratti salienti del suo regno
Nato nel castello di Waiblingen nel 1122, era figlio di Federico II duca di Svevia. Sua madre, Giuditta di Baviera, era sorella del duca di Baviera e Sassonia e marchese di Toscana Enrico il Superbo. Giuditta di Baviera apparteneva al casato rivale degli Svevi, i Welfen, dal quale venne poi italianizzato il nome della fazione dei "Guelfi". Occorre dunque precisare che Federico visse in un momento storico di transizione particolarmente turbolento, che con la morte dell'ultimo imperatore del casato di Sassonia, Lotario II (morto nel 1133 senza eredi), vide l'inizio delle rivalità tra la casata di Svevia e di Welfen, per la corona di Germania. Curioso notare che, mentre i Guelfi presero il nome dalla fazione dei Welfen, i Ghibellini presero nome dalla storpiatura di Waiblingen, il castello roccaforte del casato di Svevia. Inizialmente i grandi baroni tedeschi favorirono Corrado III, zio di Federico, membro del casato degli Svevi Hohenstaufen, incoronandolo re di Germania nel 1138.
Alla morte del padre, Federico assunse inizialmente il titolo di Federico III , duca di Svevia, ma subito dopo la morte dello zio Corado III, divenuto primo Sacro Romano Imperatore di Germania della dinastia sveva Hohenstaufen, Federico fu acclamato re di Germania dai principi tedeschi, assumendo definitivamente il nome di Federico I. L'elezione dei principi tedeschi avvenne a Francoforte il 4 Marzo 1152 e l'incoronazione ebbe luogo il 9 Marzo ad Aquisgrana, presso la tomba di Carlo Magno.
Federico fu un monarca energico, in linea con la mentalità del suo tempo. Egli perseguiva un ideale di impero universale, probabilmente frutto dei retaggi culturali tramandati dalla tradizione carolingia e tardo romana, che avevano ispirato anche i suoi predecessori. Una delle contese maggiori riguardava la supremazia sulla potestà civile rispetto alla Chiesa di Roma, ispirata dal legame che gli imperatori di Germania vantavano attraverso le consuetudini tramandate dall'antico impero romano e dalla struttura amministrativa di Carlo Magno. Quest'ultimo in particolare aveva introdotto la consuetudine del diritto imperiale ad avere voce in capitolo riguardo all'elezione di vescovi e cardinali, nonché sulla nomina dello stesso vescovo di Roma, (il Papa). Alla morte di Carlo Magno e con lo sfaldamento del suo regno, il Sacro Romano Impero era divenuto il legittimo erede e depositario temporale di quel diritto. La Chiesa aveva però iniziato una politica di distacco, che nel secolo XI, con la riforma di Papa Gregorio VII (1075), era sfociata in aperto conflitto. Questa contesa tra papato ed impero, che a tutt'oggi prende il nome di lotta per le investiture, affondava le sue origini nel principio secondo il quale il Papa, in qualità di autorità spirituale suprema, aveva il diritto esclusivo di nomina di vescovi e cardinali, oltre alla facoltà di deporre il Sacro Romano Imperatore. Per contro, gli imperatori germanici avevano sempre contestato di dover sottomettere la propria autorità alla Chiesa di Roma, in quanto eredi spirituali e temporali degli imperatori romani. Questa complicata questione, che pose il Barbarossa in perenne conflitto col Papato, andò ad aggiungersi al suo desiderio di controllo diretto della penisola italiana, attraverso la riunificazione (sotto la corona germanica) dei Comuni italiani e del regno di Sicilia. Per questo motivo, durante i 38 anni del suo regno, Federico Barbarossa combatté per unire sotto il proprio controllo l'Italia ed il regno di Sicilia, scontrandosi aspramente con la Santa Chiesa romana, con le città della lega lombarda e con le altre città guelfe italiane. Proprio contro i milanesi, ed i loro alleati lombardi, Federico riportò una rovinosa sconfitta sul campo, a Legnano il 29 Maggio 1176. Suo figlio, Enrico VI, sposò la figlia del re di Sicilia Ruggero II, Costanza I d'Altavilla, col proposito di unificare le corone di Sicilia e di Germania. Alla morte di Federico, infatti, Enrico sarebbe divenuto legittimamente re di Germania, Sacro Romano Imperatore e re di Sicilia, dominando un territorio immenso, che andava dalla Germania alla punta della Sicilia. Ma Papa Urbano III, che all'epoca aveva posto la propria sede pontificia a Verona, temendo l'accerchiamento dello Stato Pontificio da parte del Sacro Romano Imperatore, si rifiutò di legittimare tale matrimonio. Ne conseguì una vera e propria "guerra fredda" tra il pontefice e il Barbarossa, il quale isolò lo Stato Pontificio, chiudendone gli accessi a Nord ed a Sud.
Urbano III morì nel 1187 , poco dopo aver appreso della caduta di Gerusalemme nelle mani del Saladino. Federico Barbarossa si fece quindi crociato il 27 Marzo 1188 e partì per la Terza Crociata, alla testa di 20.000 uomini, seguito poco tempo dopo dal re di Francia Filippo Augusto e dal nuovo re d'Inghilterra Riccardo I (noto anche come Riccardo Cuor di Leone). Ma il Barbarossa non vide mai la Terra Santa, poiché morì lungo il viaggio, annegando accidentalmente nel fiume Saleph, in Turchia.
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