FONTI BIBLIOGRAFICHE

Sezione dedicata alle fonti bibliografiche di indirizzo storico. In questa pagina potrete trovare indicazioni utili, link, recensioni di testi legati allo studio della storia classica, medievale, rinascimentale, risorgimentale e contemporanea. Si intendono in questi termini tutte le pubblicazioni di saggistica o stampa specializzata dedicati allo studio approfondito di argomenti storici. I testi saranno inseriti seguendo lo schema di seguito indicato:

-Autore:
-Titolo dell'opera:
-Editore:
-Anno di pubblicazione:
-Area di interesse (Periodo classico -Medioevo - Risorgimento - Era contemporanea, ecc...) :
-Breve commento degli argomenti trattati:
-Link utili di riferimento per reperire l'opera (*Facoltativo)
-Immagine di copertina (*Facoltativo)

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Georges Duby
GUGLIELMO IL MARESCIALLO
L'AVVENTURA DI UN CAVALIERE

-Editore: -Librairie Arthème Fayard,
                -Gius. Laterza & Figli Spa, Roma.
-Anno di pubblicazione:1984, 1993, 2004
-Area di interesse: Medioevo  Secolo XII-XIII d.C.
-Breve commento degli argomenti trattati: Storia di vita del cavaliere William Marshall (Guglielmo il Maresciallo), cavaliere templare nato da umili origini intorno al 1145 e deceduto come reggente del regno d'Inghilterra nel 1219. Egli è oggi considerato il più grande cavaliere di tutti i tempi e la sua vita sembra essere stata ispirata dai più antichi valori del codice cavalleresco.


Georges Duby
LE ORIGINI DELL'ECONOMIA EUROPEA

Guerrieri e contadini nel Medioevo


Editore: Laterza - edizioni economiche
Anno di pubblicazione: 2004
Area di interesse: Medioevo,  Secolo IX-XIII d.C.
Breve commento degli argomenti trattati: Sviluppo economico dell'Europa alto medievale. Panoramica delle regole, delle consuetudini e dei metodi di sviluppo economico dell'Europa occidentale. Duby analizza i retaggi romani, longobardi e carolingi che condussero le monarchie del nord e le realtà comunali italiane verso un nuovo sviluppo economico ed agricolo. Vengono trattati argomenti quali: la diffusione della moneta in epoca post-romana e le differenze di conio tra monetizzazione in oro, argento e rame - Le fiere della Champagne ed il loro impatto per circolazione di merci e denaro - Gli ordini mendicanti ed il loro impatto nell'economia alto medievale - La nascita della borghesia mercantile e l'ascesa dell' uomo nuovo verso il potere. Uno spaccato di economia monastica attraverso i registri contabili dell'abbazia di Cluny - Analisi delle tecniche di sviluppo agricolo e delle motivazioni che portarono ad un incremento di produzione e popolamento.

Robert Wright
DOWDING E LA BATTAGLIA D'INGHILTERRA

Editore: Longanesi & Co.
Anno di pubblicazione: 1969
Area di interesse: Seconda Guerra Mondiale
Breve commento degli argomenti trattati: Biografia di Sir Hugh Dowding, comandante del Fighter Command della R.A.F durante la Battaglia d'Inghilterra. Opera scritta dal suo attendente ed amico Robert Wright. Il libro ripercorre la carriera, la vita personale ed in fine le considerazioni tattiche dell'uomo che, nel momento più oscuro della guerra, seppe condurre vittoriosamente l'Inghilterra fuori da una delle battaglie aeree più sanguinose dell'intero conflitto mondiale. Dowding era un ufficiale esperto, lungimirante e rigoroso, spesso inviso ai suoi superiori ed allo stesso Winston Churchill per il suo umorismo tagliente e la sua aristocratica intransigenza. Attirato dal promettente futuro dell'aeroplano e frustrato dall'impossibilità di fare carriera nell'esercito, durante la Prima Guerra Mondiale il giovane Dowding si era arruolato nei corpi del Royal Flying Service, (l'embrione della futura Royal Air Force) servendo come pilota e successivamente come comandante di base. La sua carriera verticale fu rapida, divenendo il comandante del Comando Caccia della RAF, ma sfortunatamente le inimicizie politiche accumulate nel tempo gli costarono il declino della sua stessa carriera. Egli venne destituito dal proprio incarico, per motivi politici, poco dopo aver salvato l'Inghilterra dall'invasione nazifascista.


JULIET BARKER
"AGINCOURT"
The King - The Campaign - The Battle



Editore: Abacus
Anno di pubblicazione: 2005
Area di interesse: Medioevo. XV secolo d.C.
Breve commento degli argomenti trattati: Testo interamente dedicato agli antefatti ed alla campagna che portarono alla celebre Battaglia di Agincourt e Tramecourt. Il racconto della famosa storica britannica Juliet Barker attraversa in modo capillare ogni singolo aspetto di questo noto evento storico, concedendoci un'immagine nitida di fatti e personaggi realmente esistiti.
In Normandia, il 22 Ottobre del 1415, nel giorno di San Crispino, nella piana compresa tra i paesi di Tramecourt ed Agincourt si svolse una delle più epiche battaglie del Medioevo. Ancora oggi riecheggia in quel luogo il cozzo delle armi e delle armature, le grida feroci dei soldati ed il sibilo funesto delle frecce che, infisse nel terreno, con le loro code bianche rendevano il campo di battaglia simile ad un prato fiorito . Uno scenario inquietante nel quale, secondo i testimoni oculari dell'epoca, gli uomini colpiti cadevano uno sopra l'altro formando cataste di cadaveri. Quel giorno Enrico V, alla testa di 5.000 uomini affrontò un esercito di circa 26.000 francesi. La vicenda rimase tanto impressa nella mente del popolo britannico, da ispirare lo stesso William Shakespeare, il quale secoli dopo gli dedicò un'intera opera teatrale. "l'Enrico V".
Juliet Barker ci racconta con dovizia di particolari gli antefatti, la campagna ed i personaggi principali che portarono il re inglese verso la celebre battaglia.

JULIET BARKER
"THE CONQUEST"
THE ENGLISH KINGDOM OF FRANCE


Editore: Little Brown and Company
Anno di pubblicazione: 2009
Area di interesse: Medioevo. XV secolo d.C.
Breve commento degli argomenti trattati: Opera della storica Juliet Barker, nella quale viene descritto il periodo del dominio inglese in terra di Francia. Nel 1417 gli inglesi iniziano una campagna di conquista del regno di Francia, in un momento in cui la nobiltà francese vive una fase di estrema precarietà. Il grande re d'Inghilterra Enrico V muore di dissenteria nel 1422 e pochi mesi dopo anche il suo grande rivale, il re di Francia Carlo VI, ne segue la sorte lasciando così il regno in balìa di complicate questioni dinastiche. La corona di Francia ha perso credibilità da quando Carlo VI, vessato dalla schizzofrenia e sconfitto ad Azincourt, viene costretto ad abdicare in favore di Enrico V. Grazie a questo trattato adesso il figlio di Enrico diviene il legittimo erede al trono di Francia, creando così per la prima volta nella storia delle due monarchie i presupposti per l'unione delle due corone sotto una legittima linea di sangue. Gli inglesi non sono mai stati così vicini dal coronare il sogno di recuperare la corona che un tempo appartenne a Carlo Magno, mentre il conflitto interno tra le fazioni degli armagnacchi e dei borgognoni, imperversa dilaniando la Francia e la sua nobiltà.  Gli inglesi rafforzano le proprie posizioni mese dopo mese, impiantando guarnigioni stabili, conquistando città... Solo una piccola porzione del regno di Francia rimane ancora nelle mani di re Carlo VII, il quale dalla sua corte di Chinon osserva con apprensione gli inglesi incoronare a Parigi Enrico VI re d'Inghilterra e di Francia. Quest'ultimo è però ancora in fasce, troppo giovane per governare e per di più rimasto orfano di padre. La regina d'Inghilterra Caterina di Valois, madre del futuro re, in quanto francese viene allontanata dalla corte e l'educazione del giovane Enrico VI viene quindi affidata allo zio, il vescovo Beaufort, mentre il duca di Bedford ed il duca di Gloucester assumono la reggenza dei due regni fino alla sua maggiore età. Il duca di Borgogna Filippo III intanto nutre rancori verso i francesi, a causa dell'omicidio del padre Giovanni, ma al tempo stesso mira a mantenere il suo dominio intatto, perenne ago della bilancia tra le due fazioni in guerra. Il duca di Bretagna invece rivendica la propria neutralità, ma al tempo stesso minaccia i domini inglesi in terra di Francia, mentre il diseredato Carlo VII medita di lasciare definitivamente la Francia, benché gran parte della nobiltà francese lo ritenga a buon diritto il legittimo erede della corona. La situazione è caotica ed il regno d'Inghilterra, a causa di questa instabilità, finirà per scendere nel baratro delle lotte di potere, creando i presupposti per una crisi che porterà lentamente ad una risoluzione della guerra in favore di Carlo VII ed alla disgregazione del dominio inglese in terra di Francia. Periodo complesso e sconvolgente, mirabilmente descritto in questo saggio dalla brillante Juliet Barker.

JAMES RESTON
"LA CROCIATA"


Editore: PIEMME
Anno di pubblicazione: 2005
Area di interesse: Medioevo. XII secolo d.C.
Breve commento degli argomenti trattati: Opera che fornisce un'ampia visione del regno latino di Gerusalemme nel periodo della secona e terza crociata. La narazione copre un periodo ampio, dalla conquista di Gerusalemme ad opera di Goffredo di Buglione, passando per la riconquista del Saladino, fino a giungere alla campagna di liberazione di Riccardo Cuor di Leone.
James Reston riesce a mantenere vivo l'interesse del lettore con un'incalzante tecnica narrativa che rende questo testo di pura medievalistica leggibile al pari di un romanzo storico. Secondo quanto scritto nella prefazione, il libro avrebbe ispirato il recente successo cinematografico di Ridley Scott, intitolato "Le Crociate".


Ugo Barlozzetti - Alberto Pirella

MEZZI CORAZZATI DELL'ESERCITO ITALIANO
1935-1945


Editore:Olimpia
Anno di pubblicazione: Firenze - 1984
Area di interesse: Seconda Guerra Mondiale 1935-1945
Breve commento degli argomenti trattati: Interessante panoramica dei mezzi corazzati italiani che videro un impiego sperimentale ed operativo durante la Seconda Guerra Mondiale.
In Italia lo sviluppo del carro armato e del mezzo blindato ebbero uno sviluppo lento e tormentato da una cronica carenza di potenziale indistriale. Benché fossero allo studio progetti di notevole complessità tecnica, i vertici del governo fascista, così come anche gli industriali, non videro mai nell'arma corazzata un futuro  di successo. Fu così che l'Italia nel 1940 entrò in guerra con mezzi spesso antiquati rispetto a quelli adottati dagli avversari e dagli stessi alleati. I carri italiani soffrivano di una cronica carenza di potenza in termini di motoristica ed armamento. Erano spesso inadeguati ai teatri operativi nei quali venivano impiegati e come se non bastasse, la loro blindatura rivettata ed imbullonata era incapace di assorbire l'impatto dei colpi nemici, divenendo una vera trappola mortale per gli equipaggi. L'Italia si era legata ad un'ideale tecnico che si era fermato alla Grande Guerra, periodo in cui i carri armati, impiegati principalmente per sfondare reticolati e trincee, non dovevano fare i conti con le più moderne armi anticarro. Ciò nonostante, non mancarono progetti e prototipi avveniristici, come l'autoblindo Ansaldo-SPA AB.40, che montava il primo sistema dual drive, capace di rendere il veicolo guidabile tanto in avanti che in retromarcia, oppure il caccia carri semovente M 75/46.
Il libro racchiude una moltitudine di fotogrammi dell'epoca, alcuni inediti, riguardanti trattori, cingolati, motociclette, automobili, autocarri, autoblinde, semoventi, carri armati medi e leggeri.

FRANZ  KUROWSKI
STURMGESHUTZE VOR!
ASSAULT GUNS TO THE FRONT


Editore: J.J. Fedorowicz Publishing
Anno di pubblicazione: 1999
Area di interesse: Seconda Guerra Mondiale
Breve commento degli argomenti trattati: Testo ricco di materiale fotografico e descrizioni. Lo Sturmgeshutze (Cannone d'Assalto) nasce come mezzo di supporto alle unità di fanteria, per lo sfondamento delle linee fortificate nemiche. La teoria della guerra corazzata, ideata per la prima volta dal generale tedesco Heinz Guderian, portò rapidamente alla creazione di cannoni semoveni installati su mezzi cingolati corazzati, utili per offrire un supporto di fuoco alla fanteria sul campo di battaglia. Gli Sturmgeshutze, con i loro canoni da 75 mm, sfondavano le linee nemiche eliminando piazzeforti, bunker e trinceramenti. Seguiva quindi l'avanzata dei reparti di fanteria, più adatti per ripulire il terreno da ogni sacca di resistenza. L'uso combinato di cannoni d'assalto e fanteria lanciò l'esercito tedesco ed il mondo intero nell'era della Guerra Lampo (Blitz Krieg). Ma ben presto gli Alleati si adattarono a questo metodo di combattimento e con l'avanzare del conflitto gli  equipaggi degli Sturmgeshutze si videro costretti ad affrontare un numero sempre crescente di mezzi corazzati nemici. La Germania quindi avviò un programma di aggiornamento continuo, potenziando corazze ed armamenti e trasformando in fine gli Sturmgeshutze in veri e propri carriarmati "cacciacarri" . Il libro qui presentato fornisce un'ampia panoramica riguardo alle molteplici versioni di Sturmgeshutze create, basando anche le ricostruzioni delle tecniche di combattimento sulle testimonianze degli equipaggi. Nell'immagine di copertina una dell eprime versioni di Sturmegshutze III, costruito sullo scafo del celebre Panzer III.

HENRY DUNANT
"UN RICORDO DI SOLFERINO"
Editore: Comitato Internazionale di Croce Rossa (C.I.C.R.)
Anno di pubblicazione: 2002.
Area di interesse: Risorgimento / II Guerra d'Indipendenza
Breve commento degli argomenti trattati: Henry Dunant scrisse questa breve opera nel 1860, pubblicandola per la prima volta solo nel 1862, con il titolo originale: "Un souvenir de Solferino". Henry Dunant era un semplice imprenditore svizzero, che per puro caso si trovò a passare per le campagne di Solferino nel giorno in cui si svolse una delle più sanguinose battaglie del Risorgimento Italiano. Il 24 Giugno 1859 l'esercito franco piemontese, comandato da Napoleone III, si scontrò con quello dell'imperatore Austriaco, Francesco Giuseppe. La cruentissima battaglia si svolse lungo un fronte di circa 14 km, tra le località di Campaldino e San Martino, provocando 14.000 perdite tra le file degli asustriaci e 15.000 per i francopiemontesi. Un numero imporessionante di morti, ma ancor più di feriti, sparsi ovunque sui campi di battaglia, raccolti nelle chiese di campagna o nei conventi, completamente abbandonati a se stessi ed alle improvvisate cure di suore e volontari. Lo sfacelo dei due eserciti fu tale da indurre il vincitore, Napoleone III, a firmare l'armistizio di Villafranca, ponendo così fine alla II Guerra d'Indipendenza Italiana. Henry Dunant, mosso a compassione, in quella circostanza aiutò come poté i sopravvissuti della battaglia di Solferino, allestendo squadre di recupero munite di barelle e facendosi aiutare soprattutto dalle donne di paesi e villaggi interessati dalla battaglia. Dunant rimase traumatizzato da una simile esperienza, notando quanto improvvisati ed inefficaci fossero i servizi di sanità militare e quanto poco fosse fatto allora per prestare le prime cure ai feriti di guerra. I soldati giacevano a terra moribondi, gli uni addossati agli altri, senza distinzione di uniforme o grado. Gli austriaci erano mischiati ai francopiemontesi ed i volontari di Dunant soccorsero tutti indistintamente, senza badare a quale fazione appartenessero. Una simile esperienza condusse Henry verso una profonda crisi di coscienza e quando pubblicò "Un souvenir de Solferino" egli era ben lontano dall'immaginare l'impatto emotivo che la sua opera avrebbe provocato in tutta Europa. In un primo momento lo diffuse come semplice resoconto, rivolto ad una manciata di amici e conoscenti, ma ben presto il suo romanzo stimolò l'entusiasmo di molti medici e filantropi interessati a costituire una società più umanizzata. Partendo dall'esperienza vissuta da Dunant, essi teorizzarono assieme a lui una società sovranazionale capace di prestare soccorso sui campi di battaglia, senza badare a quale fazione appartenessero i soldati. Un ente neutrale ed indipendente, dunque, i cui membri avrebbero affiancato i servizi di sanità militare degli eserciti. Essi sarebbero stati considerati "non belligeranti", in quanto disarmati e quindi considerati inviolabili nella loro opera di soccorso. Inoltre questi uomini e queste donne sarebbero state identificate da un simbolo ben riconoscibile ed inequivocabile da qualsiasi angolazione lo si fosse guardato... Una croce costituita da cinque quadrati tutti uguali, di colore rosso.  L'idea di una simile "società di soccorso" piacque tanto ai regni europei da indurre la maggior parte dei governanti a firmare un atto di intesa ed è così che Henry Dunant, il 22 Agosto del 1864, poté fondare a Ginevra (Svizzera) la prima "Società di Croce Rossa"...
Per questo motivo Dunant è oggi considerato il padre fondatore della Croce Rossa Internazionale, un ente ormai noto e diffuso in tutto il mondo, ma pochi sanno come egli giunse a concepire e realizzare un ente di soccorso neutrale. In "Un ricordo di Solferino" il lettore può trovare tutte le motivazioni di base che spinsero Dunant ed un manipolo di suoi sostenitori a concepire qualcosa di mai visto prima nell'ambito del soccorso sanitario. L'orrore della guerra, l'abbandono dei feriti, le misere tecniche di medicazione e chirurgia conosciute all'epoca, vengono ampiamente descritte con dovizia di particolari, in un'esposizione efficace, sebbene non sempre fluida ed a tratti retorica.

H. MOORE - J.L. GALLOWAY
ERAVAMO GIOVANI IN VIETNAM


Editore: PIEMME
Anno di pubblicazione: 2004. economica
Area di interesse: Guerra del Viet Nam (1965-1975)
Breve commento degli argomenti trattati: Il romanzo tratta gli eventi iniziali della Guerra del VietNam, partendo dalla narrazione della Battaglia di La Drang, descritta nel suo drammatico svolgimento attraverso i ricordi di coloro che vi presero parte.
Il Tenente Colonnello Harold Moore fu il comandante dell' 1° Battaglione del 7th Reggimento Cavalleria Aerea, il reparto che venne maggiormente coinvolto durante il corso delle operazioni. Egli scrisse questo romanzo biografico con l'intento di lasciare vivo nella memoria dei posteri il ricordo delle gesta dei suoi uomini ed il coraggio che essi dimostrarono in quei giorni di Novembre del 1965. Il co-autore di questa celebre opera è il giornalista Joseph Galloway, l'unico membro della stampa americana che assité agli scontri direttamente dal campo di battaglia. Entrambi gli autori rimasero sconvolti da una simile esperienza, tanto che decisero di mettere insieme ricordi ed esperienze vissute a La Drang, condensandole in un unico appassionante volume.
La battaglia di La Drang costituisce un vero e proprio spartiacque per quel che concerne il warfare moderno. Per la prima volta vennero impiegati gli elicotteri per portare truppe combattenti direttamente sul campo di battaglia, metendo così fine una volta per tutte all'era dei grandi lanci in massa di paracadutisti, largamente impiegati durante la II Guerra Mondiale e la Guerra di Corea. L'elicottero e la cavalleria dell'aria diverranno uno standard delle guerre moderne e l'esperienza condotta in Viet Nam condizionerà fortemente ogni altro conflitto fino ai giorni nostri.
Il 14 Novembre 1965 alle 10.45 gli uomini di Harold Moore presero terra in una radura alla base di un imponente rilievo montuoso, conosciuto con il nome di "Massiccio del Chu-Pong". L'operazione, inserita in un più ampio contesto denominato "snidare e distruggere", sarebbe passata alla storia come il primo vero scontro tra soldati americani e nord vietnamiti. Gli americani della 1° compagnia BRAVO si trovarono ben presto a mal partiro, pressati verso il centro della zona d'atterraggio da ben tre battaglioni nord vietnamiti, comandati da un veterano di Dien Bien Phu, il generale Chu Huy Man. La zona d'atterraggio del 7th cavalleggeri, (denominata X-Ray), venne presto accerchiata da un imponente schieramento di sodlati nord vietnamiti che contava ben tre divisioni formati da soldati esperti e nei giorni che seguirono il 14 Novembre gli americani dovettero combattere strenuamente per la propria sopravvivenza. Solo il massiccio supporto d'artiglieria ed il costante rifornimento di munizioni e uomini operato dagli equipaggi degli elicotteri avrebbe permesso agli uomini di Moore di sopravvivere ad una simile esperienza...
Moore e Galloway ci raccontano quei tremendi giorni di Novembre attraverso le testimonianze dei reduci, ma il valore aggiunto di questo best seller risiede nell'intreccio dei racconti di soladti americani e nord vietnamiti. Le testimonianze si incrociano, spesso narrando gli stessi eventi, ma da punti di vista differenti. Impressionante ed al tempo stesso intrigante risulta infatti il punto di vista espresso del generale Chu Huy Man, intervistato da Moore quasi trent'anni dopo la fine della guerra.
Dal romanzo emergono alcuni contenuti di forte impatto:
- Gli americani ed i vietcong all'epoca cercavano entrambi un primo scontro, per testare le capacità di eserciti che mai si erano affrontati prima di allora.
- Gli americani sperimentarono con successo la concezzione della cavalleria aerea e l'impiego dell'elicottero come mezzo di trasporto sul campo di battaglia.
- Venne sperimentata e migliorata la concezione del supporto d'artiglieria ravvicinato, inteso come scudo difensivo per unità di fanteria isolate.
- La battaglia di La Drang fu un drammatico spreco di vite umane da entrambe le parti, frutto dell'inesperienza ed ostinazione dell'alto comando USA.
 Il libro ha ispirato il Film di Mel Gibson: "We were soldiers".



Kenneth Munson

CACCIA
E AEREI DA ATTACCO E ADDESTRAMENTO 1939-1945



Editore: S.A.I.E.
Anno di pubblicazione: 1972
Area di interesse: Seconda Guerra Mondiale (1939-1945)
Breve commento degli argomenti trattati: Trattasi di un semplice manuale, ricco di tavole a colori e schede tecniche. Utile strumento per gli amanti dell'aeronautica militare e per i modellisti che desiderano documentarsi riguardo alle qualità tecniche dei singoli velivoli ed alle livree adottate durante il conflitto.

IAN V. HOGG
I CANNONI
1939-1945



Editore: Edizione fuori commercio - I libri di Tuttostoria
Anno di pubblicazione: ---
Area di interesse: Seconda Guerra Mondiale (1939-1945)
Breve commento degli argomenti trattati: Ampia panoramica fotografica in B/N, arricchita da un testo ricco di descrizioni tecniche ed informazioni utili per tutti coloro che intendono approfondire l'arte della guerra.
L'artiglieria costituì un importante aspetto tattico del Secondo Conflitto Mondiale, ma le bocche da fuoco erano già ben conosciute anche nel Medioevo. Si fa infatti risalire il loro primo impiego al 1320 d.C. e solo sessant'anni più tardi fecero la propria comparsa sul campo di battaglia anche le armi da fuoco portatili. L'impiego delle artiglierie è stato spesso determinante, tanto nell'antichità quanto nell'era moderna e nonostante le guerre attuali vengano combattute con missili, razzi e congegni autoguidati, i cannoni continuano a rappresentare un irrinunciabile strumento tattico.
Belle le fotografie abbinate al testo ed utili le tabelle ed i disegni esplicativi che consentono di comprendere gittata, capacità tecniche, funzionamento ed impiego tattico di cannoni, obici e proiettili.
L'autore, Ian V. Hogg, è stato insignito del titolo di "Master Gunner First Class" dall'esercito britannico ed è stato artigliere di carriera. In qualità di docente, egli può essere considerato uno dei massimi esperti sulla materia ed è per questo motivo che i contenuti del presente libro rappresentano una vera e propria perla di saggezza per tutti coloro che sono interessati a studiare l'argomento.


Mezzo semicingolato tedesco SdKfz 251


Editore: Reperibile su Tuttostoria
Anno di pubblicazione: ---
Area di interesse: Seconda Guerra Mondiale (1939-1945)
Breve commento degli argomenti trattati: Manuale ricco di materiale fotografico inedito di altissima qualità, purtroppo interamente tradotto in lingua cinese (o giapponese??).
Il testo è ricco di riferimenti iconografici per coloro che desiderano approfondire la storia di questo veicolo e delle sue innumerevoli varianti belliche.
La SdK 251 è un semicingolato blindato, creato dalla Hanomag in quattro modelli (A-B-C-D) appositamente per il trasporto e protezione delle truppe combattenti sul campo di battaglia. Il significato dell'acronimo SdKfz è: "Sonder Kraftfahrzeug"ossia "veicolo per usi speciali. La Wehrmacht ne fece largo impiego durante la Seconda Guerra Mondiale e ben presto anche gli Alleati adottarono un simile sistema di trazione. La Guerra Lampo, adottata dalla Germania allo scoppio delle ostilità nel 1939, prevedeva un largo impiego di truppe motorizzate, capaci di spostarsi sui vari settori del teatro bellico e raggiungere i propri obbiettivi facendo uso di mezzi corazzati e blindati.  A tal proposito, i semicingolati costituiscono un tentativo di risolvere i limiti presentati dagli autocarri per quel che concerne la manovrabilità "offroad". L'SdK 251 poteva infatti muoversi agevolmente anche su terreni impervi, grazie al treno di rotolamento posteriore dotato di cingoli, unendo alla grande trazione una buona manovrabilità conferita dalle ruote anteriori, di tipo tradizionale. La blindatura leggera, inclinata per deflettere meglio eventuali colpi di armi leggere e schegge di granata, avrebbe garantito una sorta di protezione ai fucilieri seduti all'interno del veicolo, ma la visibilità di guida del cingolato ne risultò penalizzata, a causa della bassa posizione del sedile di guida ed alla stretta feritoia anteriore, che consentiva solamente una visuale frontale. Il motore, poi era a contatto con il vano di guida ed il rumore risultava assordante. Ciò nonostante, la versatilità di questo veicolo permise all'esercito tedesco di impiegarlo in diversi ruoli: mezzo d'assalto, ricognizione, trasporto truppe, traino artiglierie leggere, trasporto munizioni, vettore lanciarazzi. Furono prodotte versioni dotate di cannoni 7,5 cm a canna corta, (soprannominato "Stummel", tradotto letteralmente "mozzicone"), oppure fornite di ponti, apparati radio, mitragliatrici, lanciarazzi e lanciafiamme.
A meno che non si conoscano le lingue orientali, questo volume sarà utile solo a coloro che necessitano materiale iconografico di riferimento. 
Di seguito riporto alcune pagine come esempio.

N. Hooper - M. Bennett
CAMBRIDGE ILLUSTRATED ATLAS
WARFARE - THE MIDDLE AGES
768 - 1487



Editore: Cambridge University Press, U.S.A.
Anno di pubblicazione: 1996
Area di interesse: Medioevo
Breve commento degli argomenti trattati: L'Atlante Cambridge descrive con dovizia di particolari lo sviluppo delle strategie e delle tattiche belliche adottate dalle civiltà che popolarono l'Europa durante il periodo dell'alto e del basso medioevo. Mappe, disegni tecnici e schemi tattici corredano un testo chiaro e sintetico, in lingua inglese.

Antonio Losi
VALDARNO
LUGLIO 1944



Editore: Settore8 Editoria-Antonio Losi
Anno di pubblicazione: 2012
Area di interesse: Seconda Guerra Mondiale
Breve commento degli argomenti trattati: Dettagliata descrizione delle fasi di liberazione del Valdarno, concentrate in un'opera ricca di particolari e materiale fotografico. La valle del fiume Arno costituisce fin da tempi antichissimi una terra di transito, in quanto attraversata da tre ramificazioni principali della via Cassia: la Cassia di fondovalle, la Cassia Vetus e la Cassia Adrianea. Durante il secondo conflitto mondiale il Valdarno fu testimone di violenti scontro armati, che videro coinvolte numerose forze tedesche ed angloamericane. Avendo il preciso scopo di rallentare l'avanzata degli Alleati, l'esercito tedesco stabilì una linea difensiva denominata "Arno Line", che si posizionava in mezzo a due ulteriori sbarramenti: la Linea Trasimeno (più a Sud, verso Arezzo) e la Linea Gotica (più a Nord, verso Firenze). Molte furono le forze messe in campo e la resistenza offerta dalle truppe tedesche portò ad una lenta e sanguinosa liberazione dei singoli centri urbani presenti nella zona. S. Pancrazio, Capannole, Bucine, Pogi, Montevarchi, Ricasoli, Levane, sono soltanto alcune delle località che subirono le tragiche conseguenze di questa guerra. Il libro del Losi ripercorre ciascun evento bellico con dovizia di particolari, attraverso mappe strategiche ed una minuziosa ricostruzione dei fatti avvenuti nel mese di Luglio del 1944. Di particolare rilievo risulta l'elenco dei caduti civili di Montevarchi, uomini e donne rimasti uccisi da schegge di granata o giustiziati dalle truppe germaniche.

P. Greenhill - M.Venturi
CREATING MINIATURE KNIGHTS
CAVALIERI IN MINIATURA



Editore: Scramasax edizioni -Firenze
Anno di pubblicazione: 2005
Area di interesse: Medioevo
Breve commento degli argomenti trattati: Un'opera poliedrica, completa ed esaustiva, adatta ad un pubblico appassionato tanto di medievalistica, quanto di modellismo statico.
Il libro qui descritto non contiene tecniche per la pittura o per la realizzazione artistica di figurini storici, bensì un testo ricco di descrizioni storiche accompagnato da ottimo materiale fotografico, che assieme illustrano con dovizia di particolari il mondo delle armi dei secoli XIV e XV d.C.
Gli autori, avvalendosi di figure in scala 54mm, rappresentano in modo dettagliato le tecniche di combattimento e l'evoluzione delle armature che caratterizzarono il periodo da noi conosciuto come Basso Medioevo.
Il testo prende in esame tre episodi emblematici della Guerra dei Cent'anni: La battaglia di Crecy, la battaglia di Poitiers e la battaglia da Azincourt. Di notevole interesse sono le tavole a colori raffiguranti le araldiche dei cavalieri inglesi e francesi che presero parte alle tre diverse campagne in Francia. Le battaglie vengono descritte con estrema accuratezza, arrivando anche a distinguere quali cavalieri caddero sul campo e quali furono fatti prigionieri.
Grazie alla maestria dell'artista Mario Venturi nel ricreare intere battaglie in 3D, accompagnata dalla competente ricerca storica svolta da Greenhill, il volume rappresenta un'opera veramente singolare, attraverso la quale il lettore riuscirà ad acquisire un panorama completo dell'evoluzione bellica di quel periodo. Come in ogni altra opera dedicata all'esplorazione del medioevo, anche in questo caso slo studio delle fonti risulta di fondamentale importanza. Affreschi, effigi tombali, bassorilievi e codici miniati garantiscono un buon livello di informazioni per poter realizzare una coerente ricostruzione storica. Da questo punto di vista parte l'intera opera qui proposta.
Altro aspetto davvero pregevole è il testo esplicativo bilingue Inglese-Italiano, presente in ogni pagina.


F. Giovannelli
IL FIORINO


Editore: AB edizioni -www.abedizioni.it
Anno di pubblicazione: 2013
Area di interesse: Medioevo
Breve commento degli argomenti trattati: Un interessante trattazione riguardante il conio della più famosa moneta del Medioevo, il Fiorino d'oro. L'autore, grazie ad un'accurata ricerca bibliografica ed avvalendosi della collaborazione del Maestro Orafo fiorentino Paolo Penko, fornisce un ritratto accurato di questa celebre moneta, dalle origini fino alla sua estinzione. Il fiorino d'oro fu coniato a Firenze per la prima volta nel 1252. A quel tempo la città era ben diversa da come la vediamo oggi e la Zecca di Stato si trovava a pochi passi dall'attuale piazza della Signoria, più o meno dove oggi sorge la Loggia dei Lanzi, bagnata da un corso d'acqua che attraversava la città, lo Scheraggio. A quel tempo la Repubblica di Firenze era in piena espansione economica ed i suoi mercanti commerciavano sulle piazze più importanti d'Europa e d'Oriente. Le monete che in quel periodo circolavano in gran quantità in Toscana, come ad esempio il grosso d'argento, venivano coniate ancora negli antichi centri del potere feudale altomedievale, Lucca e Pisa. Queste erano largamente diffuse anche a Firenze, ma l'intensificarsi dei commerci attorno alla produzione di panni lana e le crescenti necessità militari sorte per garantirsi il predominio sulla Toscana, costrinsero la Repubblica a dotarsi di una moneta aurea, che rispettasse rigorosamente i criteri valutari carolingi in uso all'epoca: 1 libbra d'argento= 20 soldi = 240 denari
Il Fiorino d'oro, del peso di 3,53 grammi e costituito da oro puro a 24 carati, valeva all'origine 1 libbra d'argento e divenne ben presto la moneta più diffusa per le transazioni commerciali, considerata come punto di riferimento per la sua purezza e immutabilità del valore. Sul fronte vi era impresso il giglio araldico della Repubblica di Firenze, sormontato dalla scritta FLORENTIA, mentre sul retro vi si trovava l'effige di San Giovanni Battista, con la scritta IOANNNES B.  Definito oggi  "il dollaro dell'antichità", il Fiorino d'oro non rappresentò solo una moneta aurea, ma anche il simbolo del prestigio fiorentino. I banchieri di Firenze furono infatti tra gli uomini più potenti dell'antichità. Molte famiglie si arricchirono immensamente grazie al fiorino ed alla speculazione sul cambio di valuta, dando così vita al "popolo grasso", una nuova categoria di cittadini arricchitisi grazie al commercio e non attraverso gli antichi privilegi feudali della nobiltà. Alcune di queste prestigiose famiglie, come quelle dei Bardi e dei Peruzzi, divennero creditrici dei sovrani europei, fornendo denaro alle corti di Francia e d'Inghilterra per finanziare la Guerra dei Cent'anni. Altre, come ad esempio la famiglia Medici, divennero addirittura esattori pontifici. Il Fiorino d'oro fu quindi il simbolo di una Firenze ambiziosa, ricca, potente, che intendeva imporsi al mondo non solo come superpotenza commerciale, ma anche come arbitro politico internazionale. Grazie alle ricchezze accumulate, Firenze si vestì di lussi inimmaginabili ed i suoi orgogliosi cittadini l'abbellirono con possenti mura, magnifici palazzi, monumenti, ospedali, chiese ed un'impareggiabile cattedrale, ancora oggi vanto turistico della città.
Il testo propone un'ampia panoramica delle varie versioni delle monete che vennero coniate nel tempo, dal primo fiorino d'argento (prodotto dalla Zecca nel 1236, ancor prima della comparsa del fioriono d'oro), fino ad arrivare alle ultime versioni di "fiorino largo" e "fiorino doppio", prodotti in epoca rinascimentale per competere con Venezia sui mercati orientali. Il declino definitivo della moneta si ebbe nel 1533, quando la Zecca Fiorentina iniziò il conio di scudi d'oro a 22 carati.
Notevole il lavoro di ricostruzione storica, che fornisce al lettore uno spaccato di quotidianità fiorentina dei secoli XIII - XIV e XV. Nel testo si trovano riferimenti storici, ricostruzioni di usi e consuetudini, cenni riguardanti l'antica topografia fiorentina ed in fine il punto di vista dell'uomo medievale riguardo al commercio e l'usura.

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